CENTRINOS - Guida alla lavorazione degli acciai / Steel processing guide

31 tected profile than the average line (as seen to define R a , R max , R tm ), but to the “horizontal phenomena“, that is, relative to the existing spacing between the various peaks (λa, λq, Δa, Aq). From what illustrated above, it can be noted that it is not possible to express a close relationship between roughness and type of the surface treatment of a spe- cific metal material, given that this ratio depends on many factors. Then, it is important to note that the foregoing as “degree of finish” for stainless steels, refers to conside- rations made in legislation. It’s therefore intuitive that these directions are approximate and may happen to find on the market two sheets or two tapes with surface finishes designated with the same letters (for example: 4), but with slightly dissimilar aspects, due to different roughness values ​obtained: although if they are inclu- ded in the “range” in the legislation. If, for example, will lead to roughness tests on three different samples, in the direction perpendicular to the rolling, the surface finish identified with the same sym- bol, you can see three different types of roughness, and this confirms that it is not possible to find an exact correspondence between the roughness and the type of finish. If you want to accomplish a particular surface ap- pearance, especially in finishes by abrasion, it is advi- sable to refer, in addition to the legislation, to sample sets, of which it is known the cycle of the processing. Of course, there are other types of surface treat- ments that can be performed on stainless steel, depen- ding on the performance and aesthetic needs requests to the various products. We quote below some of the most used technolo- gies: ELECTROLYTIC POLISHING This technique is interesting for objects with a particular shape, where the mechanical finishing is uncomfortable, because of the difficult accessibility of some parts, or where there is a high “empty/full” ratio, as, for example, in grids. Big advantages it also presents for those elements of considerable “responsibility”, both aesthetically and functional (high-value tableware, surgical instruments, electronic components, etc.). The articles are immersed in a bath of electrolyte solution where the article to be polished constitutes the anode of a cell for electrolysis, while the cathode is usually made from a copper plate or stainless steel AISI 304 or, sometimes, lead. TUMBLING It is used only for parts with a small size, produced in large series. In vessels (tumblers) are housed objects to be fi- nished together with appropriate amounts of abrasive. Usually, the ratio between the weights of the ar- ticles to be finished and of the abrasive ranges from 1:3 to 1:5; the filling ratio of the tumbler with the set of Oltre a questi, esistono anche altri parametri im- portanti per identificare completamente un profilo su- perficiale: questi non si riferiscono alle variazioni “in verticale” del profilo rilevato rispetto alla linea media (come visto per definire R a , R max , R tm ), bensì ai fenome- ni “orizzontali”, relativi cioè alle spaziature esistenti tra i diversi picchi (λa, λq, Δa, Δq). Da quanto sopra richiamato, si può notare come non sia possibile esprimere un rapporto stretto fra ru- gosità e tipo di lavorazione superficiale di un determi- nato materiale metallico, dato che questo rapporto di- pende da molti fattori. Importante è quindi rilevare che quanto esposto come “gradi di finitura” per gli acciai inossidabili, si rife- risce a considerazioni effettuate a livello di normativa. È intuitivo pertanto che tali indicazioni sono orientative e può capitare di reperire sul mercato due lamiere o due nastri con finiture superficiali designate con la stessa sigla (per esempio: 4), ma con aspetti leggermente dis- simili, dovuti a diversi valori di rugosità ottenuti: anche se compresi nel “range” previsto dalla normativa. Se, ad esempio, si conducono test di rugosità su tre differenti campioni, in direzione perpendicolare a quella di laminazione, aventi la finitura superficiale identificata con lo stesso simbolo, si possono registra- re tre differenti tipi di rugosità, e questo conferma che non è possibile trovare una esatta corrispondenza biu- nivoca tra la rugosità e il tipo di finitura. Se si vuole realizzare un determinato aspetto su- perficiale, soprattutto nelle finiture per abrasione, è consigliabile pertanto fare riferimento, oltre che alla normativa, a campioni prefissati, dei quali è noto il ciclo delle lavorazioni condotte. Esistono naturalmente altri tipi di trattamenti su- perficiali che è possibile eseguire sull’inox, a seconda delle esigenze prestazionali ed estetiche richieste ai diversi prodotti. Citiamo di seguito alcune tra le tecnologie più usa- te: LUCIDATURA ELETTROLITICA Si rende interessante questa tecnica, per oggetti di forma particolare, ove è disagevole la finitura mecca- nica, a causa della difficile accessibilità di alcune parti, oppure ove esiste un elevato rapporto “vuoto/pieno”, come ad esempio nelle griglie. Grossi vantaggi presenta anche per quegli ele- menti di notevole “responsabilità” sia estetiche sia fun- zionali (vasellame di alto pregio, strumenti chirurgici, componenti elettronici, ecc.). I manufatti vengono immersi in un bagno di solu- zione elettrolitica dove il manufatto da lucidare costitui- sce l’anodo di una cella per elettrolisi, mentre il catodo è solitamente realizzato da un piatto di rame o di accia- io inossidabile AISI 304 o, a volte, di piombo. BURATTATURA Si utilizza solo per pezzi di limitate dimensioni, pro- dotti in larga serie.

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